Questo Blog

Si rivolge a coloro che hanno a cuore l'istruzione universitaria e la ricerca.

Nella convinzione che la legge 133 e le altre iniziative del governo in merito non siano il vero problema, ma solo una risposta sbagliata ad esso gli autori di questo blog invitano tutti a riflettere e proporre iniziative concrete che possano migliorare la didattica, minimizzare gli sprechi e dare riconoscimento al merito.

Queste proposte saranno fondamentali per poter elevare studenti e docenti dall'attuale connotazione di dissenso e protesta a quella di interlocutori credibili per una migliore gestione delle università.

Come Intervenire?

Se volete aggiungere la vostra proposta semplicemente speditela tramite mail all'indirizzo nondica133@gmail.com ed essa verrà pubblicata.
Vi invitiamo a commentare liberamente le proposte pubblicate. 

lunedì 10 novembre 2008

Mutande, biscotti ed esperimenti: considerazioni su una manifestazione

Venerdì in via Verdi il comitato di scienze ha manifestato a suo modo contro i tagli all'università (qualche foto si trova sul blog e nel forum).
Il simbolo della protesta era molto evidente: dei palloncini gonfiati con l'elio sorreggevano una enorme mutanda, su cui c'era scritto "cervelli in fuga da un'Italia in mutande" e "non toglieteci anche queste". Alcuni studenti hanno offerto biscotti ai passanti, in cambio di un po' di attenzione sul tema dell'università e della ricerca, mentre altri spiegavano alcuni fenomeni fisici, con l'aiuto di qualche "effetto speciale", spettacolare anche per chi conosce la fisica.
Ho apprezzato i modi e i toni di questa manifestazione: senza fare danni o arrecare disturdo ad alcuno, si è cercato di avvicinare i passanti e parlare con loro, spiegando l'importanza della ricerca e dell'università nella società.
Come in tante manifestazioni erano presenti sia un elemento coreografico che attirava l'attenzione, sia dei volantini che spiegavano la posizione degli studenti. Quello che vorrei far notare però è la disponibilità degli studenti a mettersi in gioco in prima persona, a parlare e interagire con la gente, in modo pacato e ragionevole. Le "esche" scelte, biscotti ed esperimenti, sono un modo gentile di tentare un approccio con i passanti (pochi purtroppo) e iniziare un dialogo.
Certo, in questo modo non si finisce sul giornale, se non forse con una foto delle mutande e due righe che non dicono nulla; non si riesce nemmeno a coinvolgere tanta gente: penso che la critical mass organizzata dall'altro comitato si sia fatta sentire molto di più, grazie ai fischietti e al rallentamento del traffico.
Però il metodo scelto mi piace molto perché punta a prendere contatto con la gente, a spiegare le ragoni della protesta (e quindi è necessaria una riflessione anche personale prima di scendere in piazza), e lo fa senza creare disagi o incomprensioni, cercando il dialogo e non lo scontro. E' un metodo che ha fiducia nella gente, nella capacità di ascolto, dialogo e riflessione di chi viene avvicinato per strada.
Ester

sabato 1 novembre 2008

Proposte nell'Ateneo di Bologna

Estratto dal documento letto nell'assemblea d'Ateneo dell'Università di Bologna venerdì 24 ottobre.

gli studenti, i ricercatori ed i professori, in stato di agitazione permanente presso l’Università di Bologna

CHIEDONO

1) che il senato accademico, di concerto con i consigli di facoltà e i Dipartimenti, approvi e renda pubblico un documento di integrale denuncia e rifiuto del complessivo disegno di ristrutturazione delle istituzioni formative promosso dall’attuale Governo.

2) che gli organismi isituzionali della facoltà, insieme al corpo docente, ai ricercatori e agli studenti impegnati nella mobilitazione, si facciano promotori di iniziative di lotta che rendano visibile il dissenso esplicito e radicale contro l’attuale disegno di ristrutturazione dell’università proposto dal Governo, quali:

a) una giornata di blocco completo e generalizzato della didattica, eventualmente in concomitanza con altre iniziative analoghe promosse in altri atenei;

b) una giornata di sciopero del lavoro gratuito, intendendo per tale una astensione collettiva del personale non strutturato dalle attività che vengono regolarmente svolte (anche e soprattutto durante le sessioni d’esame) al di fuori di ogni previsione, contrattualizzazione e formale riconoscimento, sicché si renda visibile e manifesto chel’Università italiana, incluso l’ateneo bolognese, vive strutturalmente sotto organico, reggendosi, in ampia misura, su un lavoro sostanzialmente disconosciuto.

c) la cancellazione dell’inaugurazione dell’anno accademico e la sostituzione della cerimonia con un’iniziativa pubblica per sensibilizzare i cittadini.

d) una grande giornata di mobilitazione territoriale, il 30 ottobre, costruita dal basso, da tutti i segmenti della formazione, dalle scuole primarie all’università, lanciata con una lettera aperta alla cittadinanza.
Per finire, siamo quelli che difendono la scuola, l’università, la previdenza, la sanità pubblica. Perché il “pubblico” che abbiamo in mente non è quello di questa università in crisi, dei tornelli all’entrata e dei ricatti, dei fannulloni e della caccia ai fannulloni.
Il pubblico che abbiamo in mente è quello che stiamo costruendo.
Non ci interessa la crisi di QUESTA università, perché ne stiamo costruendo – vogliamo costruirne – una nuova.

fonte: MicroMega http://temi.repubblica.it/micromega-online/gli-studenti-e-i-ricercati-precari-di-bologna-vogliamo-costruire-una-nuova-universita/

Info: http://it.groups.yahoo.com/group/no133bologna/

Gaizka